Note di una giornata un po' particolare

Este, antica città famosa per le sue ceramiche artistiche e per le sue manifestazioni folcloristiche e culturali, si stende ai piedi dei Colli Euganei ed in questa giornata è stata prescelta come punto di ritrovo per il sesto raduno mondiale degli Zarantonello.
Alzando gli occhi potevamo finalmente vedere lo striscione: eravamo arrivati.
Sono circa le nove e mezzo di una domenica mattina di maggio, ma per noi Zarantonello, non una domenica come le altre, era un giorno speciale, un giorno di festa, la nostra festa.
Il paese che ci avrebbe ospitato per l'intero giorno, presto fu invaso da persone provenienti da diverse parti d'Italia (e non solo), tutte con una loro storia da raccontare ma con un solo scopo: ricongiungersi con la loro Famiglia e riscoprire le loro radici.
Il ritrovo per tutti partecipanti era presso il Castello Marchionale, edificato nel XII secolo a pianta quadrata e circondato da poderosa mura che cingevano “i giardini di Este” con la fontana appositamente ristrutturata a nome della nostra famiglia.
Durante la mattinata i giardini furono presto riempiti da una continua affluenza di persone. Tutti parenti !! Nel cercare di riconoscere qualche somiglianze tra noi, devo dire che a parte la storia delle “orecchie grandi” c'era un altro elemento che poteva accomunarci: gli occhi, la loro forma e il loro colore.
L'atmosfera era serena e preannunciava già la ben riuscita della festa.
C'era chi stuzzicava formaggio e mortadella sorseggiando un bicchiere di vino, chi osservava l'esibizione di un gruppo d'arcieri vestiti con abiti d'epoca mentre altri visitavano il museo paleontologico all'interno del castello tutto accompagnato da un sottofondo musicale molto particolare, l'inno degli Zarantonello scritto per l'occasione da Sereno Z:

Vedo
Una scritta in mezzo al cielo
Leggo
E' Zarantonello

Vola
Zarantonello vola
Che in volo
Tu non sarai mai solo.

S'alza
Un inno forte al cielo
Viva
Gli Zarantonello

E' un volo
Di un'aquila che plana
Che parti'
Tanti anni fa' da Piana.

Verso le undici quando anche l'ultimo Zarantonello era arrivato ci spostammo in un corteo verso la Piazza Maggiore per scattare la tradizionale foto di gruppo, per documentare l'avvenimento, seguita dal discorso di benvenuto del sindaco e dall'esibizione degli “sbandieratori di montagna”.
In seguito raggiungemmo il duomo di S. Tecla ( duomo nato su una precedente basilica paleocristiana tra il 600 e il 700) dove don Giovanni Z. celebrò la SS.messa; durante l'offertorio, i vari rappresentanti dei gruppi portarono all'altare dei doni come simbolo del loro paese di provenienza, come di consueto in ogni ritrovo. Un qualcosa che intreccia il sacro e il folcloristico.
Verso le ore 13.00, terminata la cerimonia accompagnati dalla banda “Lozzo Atestino” e dagli Sbandieratori attraversammo Via Cavour, Piazza Maggiore, Via Matteotti, Porta Vecchia e infine raggiungemmo il Patronato di S.S Redentore in Via Fiume;dove gli organizzatori avevano preparato tutto il necessario per il pranzo.
La cosa che sbalordii tutti i partecipanti, avvicinandosi alle tavole imbandite, fu l'enorme attrezzatura predisposta per la cottura allo spiedo della carne. I tavoli erano disposti sotto un capannone ed erano divisi per zona di provenienza: Bologna, Brescia, Milano, Padova, Reggio Emilia, Roma, Varese, Verona, Vicenza e poi dall'Argentina, Florida(USA) ed Francia.
Al termine del pranzo ci fu la premiazione delle torte, che dovevano essere severamente fatte in casa accompagnate da una ricetta tradizionale scritta.
Momenti forti ed emozionanti accompagnarono il resto della giornata soprattutto quando a parlare fu Germano Z (argentino) che introdusse l'argomento dell'emigrazione (toccata purtroppo o per fortuna a molti Zarantonello), e alla difficoltà che incontrava suo nonno a raccontare dell'Italia. Si poteva scorgere nelle tavolate, sui volti d'ogni singola persona commozione e sui più anziani anche dolore nel ricordare quei momenti difficili.
Nel frattempo fece il suo ingresso la torta degli Zarantonello che aveva le sembianze di un enorme tronco d'Albero che stava a significare il ceppo da cui ognuno dei presenti proveniva.
Nel pomeriggio si poteva assistere all'incontro di basket tra la squadra d'Este e la squadra composta dai giovani Zarantonello, seguita dall'esibizione della "compagnia della spada" di Padova. Durante tutta la giornata erano a disposizione, in una saletta tutti gli alberi genealogici e lungo il portico del patronato le foto delle feste precedenti e della giornata stessa.
La giornata si concluse in armonia avvolgendo tutti nella calda atmosfera creata dal coro gospel e spiritual di Este.
Penso che l'organizzazione di queste feste sia stata una bell'idea e sia servita, a grandi e piccoli, ad ampliare il significato del termine "famiglia".

 
 
 

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