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14° Raduno Mondiale degli Zarantonello
26 Maggio 2019 – Vicenza
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Il messaggio di Padre Daniele
Un saluto di pace.
Vi saluto dalla Colombia, dove vivo ormai da 8 anni. Sono a Tumaco, una città peschiera al sud del paese, vicina alla frontiera con l’Ecuador. Non è una meta conosciuta dal turismo internazionale, piuttosto direi che è abbastanza sconsigliata per i livelli di povertà, di esclusione e di violenza che qui si vivono.
Colombia dovrebbe essere un paese che sta bene, perché ha tutte le condizioni per esserlo. Però è un paese diviso, frammentato, e nella sua divisione profondamente razzista. C’è un centro del paese che sta bene, economicamente stabile, e in continua crescita, ma ci sono periferie umane dove la vita è davvero difficile, e le condizioni di vita estremamente precarie.
Tumaco è una di queste periferie.
Alla povertà dobbiamo aggiungere la violenza: vivo nella città con gli indici di omicidio più alti di tutto il continente americano, ed il fenomeno no accenna a diminuire.
La violenza si deve al controllo delle rotte del narcotraffico. Vari gruppi si contendono il controllo del territorio, dove sono seminati più di 17000 ettari di coca. Un municipio quello di Tumaco che da solo produce più cocaina della Bolivia! Sono tanti i contadini coltivatori, tanti di loro obbligati da un sistema di morte che non accetta un no. La coca è l’unico prodotto attualmente remunerabile per tanti contadini che non hanno le condizioni per commercializzare altro.
Attualmente il conflitto si è spostato dalla città alle campagne: grazie a Dio la città di Tumaco sta vivendo dei mesi di relativa tranquillità. Ma le campagne sono scenario di continui scontri, sparatorie, omicidi, sequestri, sparizioni. Molte famiglie in questi ultimi due mesi hanno lasciato le loro case e si sono trasferite in città, per non mettere a rischio la loro incolumità.
La settimana prossima visiterò il fiume Rosario con una delegazione di diverse organizzazioni internazionali, un fiume dove in aprile più di 500 famiglie sono scappate lasciando le loro case vuote e i loro campi abbandonati. Andremo per dare un accompagnamento alle persone che hanno deciso di rimanere, e per vedere di prima mano la gravità della situazione che stanno vivendo.
In Colombia abbiamo un accordo di pace firmato, però non messo in pratica. Non c’è la volontà politica. E nelle periferie del paese si continua a morire. Non è un bello scenario. Vi dirò che molti colombiani stessi non lo conoscono. Tante persone che ci vengono a trovare ripetono la stessa frase: anche questa è Colombia?
Da parte mia, sono contento di essere qui.
A noi missionari tocca scegliere quei posti dove le difficoltà sono maggiori, altrimenti che missionari siamo! E io ci resto con tutto l’amore che posso dare.
Amo questo popolo e sogno con la sua liberazione.
Abbiamo deciso di camminare con queste comunità attraverso differenti azioni comunitarie:
– Abbiamo dei progetti di educazione per bambini e giovani nei quartieri più violenti della città
– Formiamo leaders comunitari nelle varie comunità rurali della regione
– Portiamo avanti una bella parrocchia nella parte più povera di Tumaco
– In tutti i quartieri abbiamo conformato gruppi di famiglie e gruppi di bambini e adolescenti con la finalità di occupare il loro tempo libero e di proteggerli dal flagello del reclutamento forzato da parte dei gruppi armati.
– Aiutiamo molti giovani a studiare, ad accedere alle Università del paese, cercando contatti e borse di studio
Il 90 % della popolazione di Tumaco è negra, afrodiscendente. Il 21 di maggio abbiamo celebrato il giorno della afrocolombianità, nel giorno in cui Colombia decise di abolire la schiavitù per gli africani che venivano portati come merce a lavorare nelle miniere e nelle coltivazioni colombiane. Era il 1851.
Però altre schiavitù continuano ad affliggere questa popolazione, come il narcotraffico e tutte le sue conseguenze, la povertà, la esclusione sociale, la mancanza di opportunità.
Siamo ancora in tempi di resistenza. Speriamo poco a poco di uscire da questa oppressione.
Vi chiedo una preghiera per il mio popolo di Tumaco. Cerchiamo di camminare assieme. Lí dove siete combattete come potete il razzismo ignorante, la politica corrotta, la mentalità di chi vuole alzare muri per non vedere i problemi enormi che sta attraversando la nostra umanità, cercate di non finanziare con il vostro stile di vita il gran mercato della guerra e del narcotraffico.
Cerchiamo assieme di essere persone profondamente solidali con i drammi dell’umanità. Abbiamo bisogno di tenerezza, di solidarietà, di amore efficace.
Per chi mi volesse aiutare, ho bisogno di aiuto per pagare le professoresse della nostra scuola “Educar en la calle Viento libre”. Ho mandato a Paolo Zarantonello i dati.
Buona festa, cari ZARANTONELLO!
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