E’ la seconda volta che partecipo ad uno Zara day; la prima nel lontano 1991, ma questa è un’altra storia…..e per me quello era un momento di tristezza purché l’invito alla festa era arrivato pochi giorni dopo la perdita di mio padre unico altro Zarantonello che io conoscevo.
Oggi voglio che sia una vera festa ed eccomi qui, a Sirmione, anche se sono di Milano, ad aspettare il pullman che mi porterà a Vicenza in compagnia di altri Zarantonello.
L’atmosfera è allegra e vengo subito presa sotto l’ala protettiva degli “esperti” di queste feste che mi raccontano tutto sulle feste precedenti, sui preparativi di questa giornata, sugli arrivi degli Zarantonello dall’estero e su tutto quello che può essermi utile per godermi questa giornata. I miei primi pensieri sono:”casa- famiglia”, è tutto così semplice, tutto così spontaneo che si fa naturale, in me, il senso dell’appartenenza.
Arrivati a Vicenza sono veramente sorpresa e non sarà l’ultima volta in questa splendida giornata.
Ci attende la banda e una moltitudine di persone che portano la spilla simbolo degli Zarantonello .
La prima cosa che mi diverte è che finalmente sento nominare correttamente il mio cognome e che non doverlo ripetere 2 o 3 volte scandendolo e ribadire che il mio cognome è Zarantonello “tutto attaccato”, che no non mi chiamo Zara Antonella anche se per ironia io mi chiamo Marina Antonella Zarantonello.
Dopo un breve cammino, sempre in corteo e guidati dalla banda, arriviamo in piazza dei Signori dove, come abili formichine, gli organizzatori si stanno dando da fare per il rinfresco, a base di soppressa, formaggi e vino buono, per le iscrizioni e per ricevere chi come me è forse un po’ spaesato ma favorevolmente colpito da tanta organizzazione.
Gli organizzatori e i volontari, oltre alla maglietta “d’ordinanza”, portano un cappello di paglia che mi ricorda tanto i contadini di una volta e che sicuramente vuole essere un simbolo delle antiche tradizioni, soprattutto legate alla terra, di questa famiglia.
Sono travolta da tante emozioni, continuo a osservare tutto e a stupirmi di tutto, la cornice è bellissima (Vicenza merita una visita), le persone sono bellissime, il bicchiere di vino in mano ai più è buonissimo e sicuramente provvede a riscaldare l’atmosfera già gioiosa, la banda è splendida; io credo che basterebbero questi pochi minuti per dire sono contenta di essere qui e sono contenta di questa famiglia ma ecco Gianfranco che ci fa riunire tutti davanti al palazzo comunale per il saluto al “mondo” e viene steso un albero genealogico enorme e di questo voglio parlare più tardi.
Arriva, invece, il momento della S. Messa e l’atmosfera in chiesa cambia; il via-vai degli organizzatori c’è sempre, il coro prova i canti, le persone entrano ed escono per portare una quantità incredibile di doni da portare all’offertorio. Chi non era presente potrebbe pensare che la chiesa era diventata come un mercato pieno di persone che andavano e venivano e di chiacchiere ed invece tutto si è svolto con la massima discrezione e tutto il silenzio possibile. Della S. Messa ricordo tutto, ma soprattutto le parole di padre Daniele che sono un inno d’amore per il prossimo e il momento dell’offertorio quando gli Zarantonello, che risiedono all’estero, hanno portato all’altare i loro passaporti segno di una vita passata all’estero con tutta la sofferenza che il distacco dal paese di origine può portare.
Al termine della celebrazione arriva l’ora di pranzo e chi non era presente non può immaginare, nemmeno lontanamente, cosa si è presentato ai nostri occhi. Immaginando una cosa stile sagra di paese (che per altro sotto molti aspetti è apprezzabilissima) si arriva in corso Palladio dove un efficientissimo ma discreto servizio d’ordine ci introduce in questo scenario oserei dire da film; una intera via allestita con tavoli rotondi ricoperti di tovaglie di fiandra, fiori al centro della tavola, bicchieri e posate tutti perfettamente allineati, insomma una cosa di una eleganza e raffinatezza vista solo nei grandi ristoranti ma tutto organizzato e pensato per 1000 e più persone e grazie ad un validissimo staff di camerieri il servizio è stato efficientissimo, il cibo era delizioso e io mi sono ritrovata ancora una volta stupefatta…mai avrei immaginato di poter, al mio ritorno, raccontare tutto questo.
Mio marito ed io ci siamo trovati a tavola con tre grandi donne Zarantonello e i rispettivi mariti e anche se non le conoscevamo il feeling è stato immediato e il tempo trascorso a tavola veramente piacevole.
Purtroppo, gli splendidi organizzatori, non sono riusciti (altrimenti avrei pensato di far parte di una famiglia di maghi) a cacciare via il temporale che si è riversato sulla città e così appena concluso il pranzo abbiamo dovuto trovare tutti rifugio sotto i portici per ripararci da una pioggia furiosa.
Qualcuno può pensare “ecco la festa è rovinata” ed invece ci siamo ritrovati tutti al coperto ad assaggiare i dolci fatti con le ricette delle nonne che ogni famiglia ha portato, in questa atmosfera gioiosa pur non conoscendo nessuno sono riuscita a parlare con tantissime persone, a raccontare la mia storia e a conoscere la loro facendomi legare ancora di più al mio cognome.
E come si dice “last but not lest” voglio raccontarvi della sala espositiva nel Loggiato del Municipio, io che so poco e nulla della mia famiglia di origine mi sono commossa e non poco vedendo le vecchie foto di famiglia, le foto dei luoghi da dove ha origine il mio cognome e che io conosco così poco, ma soprattutto mi sono emozionata vedendo l’immenso albero genealogico dove, per una serie di vicende lunghe da raccontare, sicuramente manca il mio ramo ed ora, mentre torno a casa, l’unica cosa che voglio fare è vedere di riagganciare quel ramo all’albero di questa grandiosa e generosa famiglia.

 
 
 
 
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